Nata a Udine, vive e lavora a Treviso. Il suo apprendistato dura, come lei stessa asserisce, tutta una vita. Dopo un’educazione musicale con lo studio del pianoforte sin
dall’infanzia,manifesta contemporaneamente un interesse spiccato per il disegno e per ogni forma espressiva. Si diploma al liceo artistico dove trova spazio la sua creatività.
Successivamente si laurea in architettura allo IUAV e nello stesso tempo si avvicina al mondo del teatro di figura applicando tutte le discipline conosciute quali musica pittura e architettura
traendone spunto anche per un esame nel suo percorso di laurea.
Svolge attività di architetto progettista e arredatore per diversi anni ma non abbandona mai la passione per la pittura, elaborando sempre nuove tecniche pittoriche frequentando botteghe d’arte e di artigianato, applicandole poi con proprie elaborazioni anche nel campo delle progettazioni specifiche di interni residenziali e commerciali da lei curati,una sorta di scenografia creata specificatamente per un marchio commerciale o per un privato.
Ritorna alla sua sensibilità musicale, però legata alla espressività corporea attraverso la disciplina della danza (tango) ed è questa un’energia fondamentale per la sua espressione pittorica, quasi un completamento del suo modus vivendi, ciò che le consente di fondere energie vibranti e trasmetterle nella loro forma essenziale, l’emozione.
Partecipa a diverse mostre collettive, seguite da un lungo periodo di “isolamento”, silenzioso, in cui preferisce approfondire la sua sofferta ricerca espressionista lavorando su se stessa in modo viscerale, per ricominciare poi ad aprirsi all’esterno con il suo ‘grido’ pittorico. Così si esprime in un’operazione artistica applicata nuovamente a uno spazio commerciale marchio Benetton, un muro di oltre 100mq per un negozio a Treviso e Bologna.
Un puzzle di citazioni personali che appartengono al magazzino dei ricordi e in cui ciascuno può riconoscersi, in uno scenario di fondo sperimentale che vuole rappresentare le turbolenze dell’anima lavorato interamente di polpastrello con polveri di marmo ossidi e il suo infinito desiderio di sperimentare. Una volontà di espressione che la vede protagonista e pioniera nel voler promuovere un invito di applicazione dell’arte per molti artisti, in una vetrina diversa da una galleria, in vari punti del mondo, dove arte e commercio possono fondersi e vivere in sinergia.
Poi il primo volo importante, la prima mostra personale in cui racconta se stessa. “Archeologia sentimentale”, inteso proprio come volontà di scavare, di cercare in profondità il proprio sentire senza alcuna mediazione, mettere a nudo la propria anima e trasmettere questa inquietudine. E su queste tematiche continua il suo percorso di ricerca affrontando anche la performance in eventi particolari e caratterizza il suo stile fortemente espressionista in chiave contemporanea. Il colore volutamente contrastato racchiuso in filamenti come leganti tra interno ed esterno sono il suo leitmotiv.
Continua la sua passione per il teatro progetta ed esegue scenografie con riconoscimenti e premi da parte del mondo F.I.T.A. dove la sua capacità pittorica si sviluppa su grandi dimensioni molto particolari e di effetto per gli accorgimenti ottici che il teatro richiede.
Si sono occupati della sua ricerca artistica i maggiori critici italiani e stranieri.Le sue mostre sono state recensite dai maggiori quotidiani italiani e stranieri.
Non c’è altra storia da raccontare se non la sua continua voglia di rinascita...sempre...in una pittura in divenire che non avrà mai fine.
...ricerca di ossigeno
è possibile
Dall'antica lingua di corpo e mente ti parlo: non più scorie di ricattatoria conflittualità, inganno, ferite.
Non più muffa di nostalgica implorazione.
Addio lacerazioni dell'inferno interiore. Ho pagato l'amore col
dolore.
Ora, solo l'essenza di Me, con Te, senza deroghe o emozioni parassite, né
svalutazioni.
Accettami, benevolmente. Guidami, lealmente. Amami, con energia: riempi il
vuoto.
Mai più l'oscurità, ma tempo ed eternità fusi in morbido conforto a cuore e
mente.
E' POSSIBILE.
(by G)
Femminilità incisa
Solitari silenzi
No violenza sulle donne
Sono
Solo
Una donna
Voglio solo vivere …
sipario nero, il non rispetto ..
origine di un lutto .. la Non Considerazione …
ciò che credi innocuo, diventa avverso ..
urla soffocate, le lacrime nascoste …
imploro … quasi … una dignità dovuta !
corpo … anima …
violati .. spezzati … dimenticati …
assolti !!!!!!!
soNO … soLO … soLA
UNA DONNA … NON carta straccia!
Voglio solo vivere !
Un lutto senza fine …
La NON CONSIDERAZIONE
Piccoli uomini...Stop!
Non c’è !
nessun diritto di licenza
a libertà non concesse
a interfacciarvi sempre con fini sessuali
allo stupro
a uccidere
ad abolire un diritto di scelta di una gravidanza
a decidere sempre sul corpo di una donna
Ma c’è !
Il significato di rispetto
Stop
a ipocriti sostegni …
il giorno in cui, questi soprusi infami spariranno,
solo allora inizierete a diventare
ciò che ora non siete
grandi uomini.
Grazie
Amore
ci sono momenti …
in cui l’anima soffoca..
costretta in un corpo
diventato corazza …
le mie palpebre
sono un sipario chiuso
apro occhi interni
lasciando i miei sensi
a quel fluido profondo
che riconosco
si … sublimazione …
oltre l’effimero
orgasmo assoluto
si chiama… amore
voglio solo ergermi
verso l’alto
come fosse il primo volo
con ali ancora
spezzate
atrofizzate
ma vive.
...Aspetto
CHE FAI? Aspetto
CHE COSA? Il …. Niente ..
PERCHE’, ESISTE? Si…..
quando sei solo una meteora e vieni prosciugata…
quando le parole sono un copia/incolla di una rete
ben più vasta e vince il miglior offerente…
quando non ricevi mai fiori veri, ma finti come tutto il resto..
quando i sentimenti non hanno più il loro significato…
e quando sei solo un oggetto di egoismo per altri…
quando sei stanco di lottare contro questo buio
di ipocrisia e vendetta…
quando non sei .. e … sei niente…
QUINDI? Aspetto….
Cosa? ME STESSA.
Nel sogno
La realtà… strana cosa quando è triste..
da bambina.. un incubo
ogni passo incompreso, un graffio interno…
diventavo … pietra
scudo e fuga dove? …
nel sogno…
luminoso scrigno, custode di segreti
onirico pensiero..
unica sponda cui aggrapparsi
senza precipitare..
semplicemente.. compresi ..
lmbo avvolgente di morte apparente
preludio alla rinascita..
la realtà… strana cosa quando è triste…
da adulta.. un incubo
senza scudo e la stessa fuga…
Leggerezza
esprime il corpo,
senza parole..
strumento muto,
primitiva forza
... universale ...
essenza la forma,
difficile togliere
inutile aggiungere..
ingombrante peso,
linguaggio...
trasuda la zavorra,
faticosa è la danza,
grida lacrime
consapevole, non mente..
ogni caduta
sarebbe fatale..
impervio traguardo,
la leggerezza
La bambola rotta
ricordi la bambola
che amavi tanto ...
l’unica che hai voluto ...
con i suoi capelli verdi
diversa da tutte le altre …
schernita, disprezzata,
schiacciata su un muro
e condannata
da chi non la capiva ...
e tu l’amavi .. tanto ...
…. si è rotta ...
la guardi sgomenta
con occhi di bambina
non è tua la colpa
è stata rotta …
immobile e affranta
osservi inerme,
i suoi pezzi …
ora così stonati …
riconosci tutto
con occhi di adulta,
soprattutto te stessa ...
ogni suo pezzo
è il tuo …
ci vorrà tempo ...
La stanza 12
Barare con se stessi, ignorando i messaggi del corpo, si finisce.. nella stanza 12.
Già… la stanza
12… ultima di un corridoio neutro senza vie d’uscita .. una sorta di boulevard su cui si affacciano varchi numerati, con destinazioni diverse.. da alcuni provengono voci, grida deliranti o lamenti
demenziali e mi chiedo in quale girone dell’inferno sarò destinata. Un tempio della dannazione in cui la sofferenza e’ quasi sacrale…
La 12 e’silenziosa come il suo candore e sono
sola con un letto vuoto al mio fianco,. La finestra da’ su un cavedio cieco in cui non distingui il giorno dalla notte..non si può nemmeno aprire… e’ tutto così surreale.. eppure avverto uno strano
senso di protezione, nell’accoglienza di chi ogni tanto appare, prendendosi cura di me.
Mi manca l’aria quella vera non asettica. Sola,
con i miei ‘perché’, mi lascio andare.. La mia quiete forzata e’interrotta solo da un sorriso e un ago infilato nelle braccia.. poi il silenzio e lamenti distanti che ti entrano come se ti fossero
accanto. Talvolta riesco a percorrere quel corridoio neutro, per sentirmi viva. Sorrido di me stessa, un sorriso amaro, per trovare difficile e impervio un percorso così terribilmente facile. Il
tempo ha un ritmo monotonale e l’attimo più attivo e’ scandito dal ‘cicaleccio’ di piatti e odore di cibo che ti sembra buonissimo anche se insapore. Tutto appare un regalo, quando non hai
possibilità di scelta.
La salvietta sottopiatto e una biro mi salvano
dalla follia, disegnando scarabocchi.. e la stanza 12 , ultima del corridoio, si trasforma in una tappa giornaliera di infermieri e addetti vari, con richiesta di ritratti.. unica nota
divertente..
Quando cammini sulle sabbie mobili comprendi che
basta veramente poco per apprezzare la vita. .. Il tuo vissuto in un lampo ti scorre veloce…insieme a ciò che hai ancora in sospeso e al dubbio e timore, di non avere più un tempo per
riprenderlo.
Tutto diventa micro e macro nello stesso tempo
quando il tuo corpo non segue più la tua mente. Controllo sempre il mio respiro.. e’ il mio modo di sentire che ancora ci sono….esisto.
Il letto accanto non è più vuoto.. e’ finita la
mia intimità… seguono notti insonni… le notti sono eterne, ancor più dilatate, quando non riesci a dormire.. guardi con angoscia l’orologio e speri che arrivi presto l’alba del nuovo giorno, per
dimenticare le ore notturne ad occhi spalancati, invidiando il riposo altrui.
Ogni mattina, dopo la doccia, guardo il mio corpo
scheletrico.. avvizzito e risucchiato da un vortice interno.. per vincere la depressione mi pettino con acconciature sempre diverse, mi trucco come se dovessi andare a chissà quale party… gesti
assurdi e fuori luogo, ma necessari per affrontare un percorso difficile. La femminilità non muore mai.. e’ il tempo monotonale che uccide. Il colore si manifesta in varie forme anche in un’anima
ferita per un involucro che non la segue.
Il tempo passa.. ma non il mio dolore.. e la mia
paura…
Ecco.. finalmente ci siamo… dopo lunghi ed
interminabili giorni si stacca ogni filo legato a quell’ago che mi perfora da settimane … la stanza 12 si svuota di me.. esco barcollante, a respirare finalmente aria pura e non asettica.. rivedrò il
cielo e non il soffitto di una scatola che mi ha richiusa.. ripercorro il solito corridoio di cui conosco ogni dettaglio, dalle deliranti promenades vissute, debole e dolente, ma non per tornare
indietro.. ma per andare avanti… non tutto è risolto ma ogni dubbio avrà una risposta …
Aaaah che bello respirare l’aria pura quella vera
! amo la vita.
Donna di nessuno
c'era una volta ..una donna...
lei credeva molto nell'amore
ma l'amore non credeva in lei..
se ne accorse dalle sue troppe ferite..
dicevano che era speciale e bellissima
ma alla fine non veniva mai scelta..
se non per un attimo e poi rifiutata..
un destino malvagio
essere la donna di nessuno
e con la solitudine nel cuore...
ma lei credeva nell'amore
anche se l'amore non credeva in lei